Il Tribunale militare germanico ha la sua sede definitiva nell’edificio della Coral Gil, collegio femminile per istitutrici corali, in un nuovo edificio inaugurato nel febbraio 1942 in Colle Aperto all’angolo di via Tre armi. Nei primi mesi dell’occupazione però, il tribunale si era inizialmente insediato, per un brevissimo periodo, a Villa Finardi, nel quartiere di Borgo Santa Caterina, e poi almeno fino al novembre 1943 nell’edificio delle Scuole Commerciali di via Garibaldi.
La conoscenza storica del funzionamento e del ruolo dei tribunali nella repressione e nel controllo nazista del territorio è ancora tutta da costruire nei dettagli. Non conosciamo a fondo la sua mole di attività, ma per il momento possiamo notare che nell’archivio della Militärkommandantur 1016 conservato a Friburgo esistono oltre settanta fascicoli processuali riguardanti italiani oltre a una decina di fascicoli riguardanti tedeschi. Sappiamo che il tribunale dipendeva direttamente da Verona e se bisognerà tuttavia attendere una più scrupolosa disamina del materiale recuperato, con Camillo Fumagalli, avvocato impegnato nella difesa di molti tra gli accusati dall’autorità tedesca, sembra importante annotarsi che “con le altre sue proprie mansioni aveva il compito precipuo di affiancare con l’azione della giustizia militare quella spiegata dalle forze armate tedesche combattenti, al fine di reprimere e stroncare le organizzazioni partigiane della Resistenza.”
La corte giudicante era composta dal presidente (si susseguirono il maggior Koerner, sostituito da Fritz Gaedicke, a sua volta sostituito da Roland Freisler), da due giudici a latere, da un cancelliere e da un giudice accusatore, anch’esso militare. I processi erano piuttosto rapidi, l’interrogatorio dell’imputato occupava lo spazio di una mattina; seguivano le domande ai testimoni, la requisitoria del pubblico accusatore, la difesa dell’imputato; poi l’emissione della sentenza.
Fra i processi più importanti celebrati, quello ai componenti della banda partigiana di Arturo Turani, che si concluse con la condanna a morte di Turani, Consonni e Sporchia, sentenza che venne eseguita; quello degli uomini del Primo Comitato; quello a don Agostino Vismara e Betty Ambiveri, conclusosi con la condanna a morte per l’ Ambiveri, pena poi commutata con dieci anni di carcere, e con la deportazione in Germania per don Vismara; quello a Ettore Tulli, comunista, a capo della banda partigiana “Carlo Pisacane”, e al suo vice Flauro Bossini, condannati entrambi alla pena di morte, poi commutata in dodici anni di carcere in Germania. Senza dimenticare il processo a Giulio Fiocchi che proprio davanti a quel tribunale rivendicò il proprio impegno nell’appoggio alla Resistenza.
