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I “Russi” nelle valli bergamasche (primavera 1945)

Immagine votiva realizzata in memoria della strage di Monte di Nese

Nella primavera 1945 si intensificò la presenza di militari sovietici, inquadrati nelle SS naziste, nelle vallate orobiche. In collaborazione con i fascisti, il loro compito, nei piani del comando teutonico, avrebbe dovuto essere quello di “proteggere la ritirata delle truppe tedesche dirette al passo del Tonale, attraverso il Passo della Presolana e la Valle di Scalve”. La presenza minacciosa di nuclei armati, sempre più numerosi con l’avanzare della bella stagione e con le sorti della guerra sfavorevoli ai tedeschi, è attestata a Clusone, Gandino, Lovere, Zogno, Almè, Villa d’Almè e Almenno San Bartolomeo. Di sicuro il loro arrivo ed il loro ampliarsi dovette rappresentare un’importante fonte di preoccupazione per la popolazione, come ben riportato da Pietro Morandi, allora segretario comunale di Almè con Villa:    

La sera del 25 marzo 1945 arrivò – senza preavviso alcuno – un forte contingente di soldatesche straniere che, fradice e stanche, si sparsero per ogni dove in cerca di cibo e alloggio. S’introducevano nelle case senza tanti complimenti, s’impadronivano di cibarie, vino e quant’altro conveniva alle loro esigenze. Entravano nelle camere pretendendo che quelli che vi dormivano cedessero loro i letti. […] Scuole, cortili, case private, tutto fu occupato da quell’orda barbarica armata di tutto punto e dotata di un gran numero di cavalli, carrette e carrozze pavesate di tappeti a colori vivacissimi.

"I russi", f.to Pietro Morandi, Almè con Villa, 12 aprile 1946
"I russi", f.to Pietro Morandi, Almè con Villa, 12 aprile 1946