Come precedentemente concordato, la sera dell’11 aprile 1945 i disertori si radunarono sulla piazza di Villa d’Almè, pronti per partire. Verso le 22.00 di quel giorno, i circa 250 uomini attesi si allontanarono dal paese, guidati da Mamedow Mussa. Non si trattò di una partenza ordinata, visto quanto riferito in seguito da Morandi e Boffelli: “Ordini gridati con voce affannosa, spari, rumore di carriaggi, nitriti di cavalli. Udii delle sparatorie, si sentiva dei gridi nelle scuole di Villa, alcuni soldati correvano verso le scuole. Ma quello che era il peggio, io non potevo capire nulla di quanto gridavano in russo”.. Diffusasi la voce che qualcuno avesse tradito, fu deciso di non percorrere la strada principale per raggiungere Zogno, preferendo invece incamminarsi verso la poco distante località di Bruntino. Lì, Mussa e i suoi, avrebbero dovuto attendere l’arrivo delle guide locali, che li avrebbero condotti sul Canto Alto, per poi ridiscendere in Val Brembana. Quando Boffelli e le altre guide raggiunsero Bruntino, però, non trovarono nessuno ad aspettarli, setacciarono allora la zona, ma degli azeri nessuna traccia…
Tornati a Villa nella notte, ne trovarono nuovamente le strade invase da altri 600 soldati russi, pronti anch’essi alla fuga; decisero, quindi, di suddividerli in tre scaglioni e di avviarli verso il Canto Alto seguendo la stessa via percorsa, poco prima di loro, dal gruppo di Mussa. All’alba del 12 aprile «il monte ormai sembrava pieno di lentiggini», come ricordato da Boffelli, poiché tutti i disertori azeri, compresi Mussa e i suoi 250 uomini, vi si erano alla fine ricongiunti.
Verso sera l’intero contingente ripartì verso il vicino abitato di Monte di Nese, occupandone forzosamente le abitazioni.