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L’apartheid nella versione italiana

I corsi preparatori a Bergamo. “Giornale murale della Federazione dei Fasci di combattimento”, maggio 1940

Premessa necessaria al concetto di colonialismo e alla sua traduzione pratica in opere di conquista è l’idea dell’inferiorità delle popolazioni che vivono in terre straniere e la conseguente superiorità dei conquistatori. 

Questo impianto teorico è ben presente anche nell’Italia fascista del 1935; la convinzione che con l’occupazione dell’Etiopia il regio esercito italiano compisse anche un’opera cristiana di civilizzazione di popolazioni inferiori è in parte argomento di propaganda e in parte effettiva convinzione. 

Quel sentimento di superiorità si può cogliere nelle innumerevoli foto scattate dai militari. Se da una parte è chiaro che la guerra d’Etiopia è per i soldati mobilitati la scoperta del mondo, l’incontro con il diverso,  dall’altra parte la diffusione dell’apparecchio fotografico portatile fa di quella guerra un’esperienza da immortalare, in cui alla curiosità verso il mondo che si va scoprendo si affianca anche la violenza dello sguardo del conquistatore. Ed è qui che il fascino per l’esotico sfuma nell’affermazione di una superiorità di fronte alla quale tutto è concesso.

Subito dopo il maggio 1936, tale sentimento del resto si traduce in una serie di provvedimenti razzisti nei confronti della popolazione indigena. Si colpiscono innanzitutto elementi cardine della cultura e della società abissina ritenuti simboli ed espressione di una civiltà arretrata, come cantastorie, indovini e stregoni, che dal febbraio 1937 sono arrestati e spesso uccisi.

Con il Regio Decreto Legge (RDL) del 1 giugno 1936 si definisce l’assetto amministrativo dell’Africa orientale italiana; è stabilita l’impossibilità per un meticcio – nato da genitore italiano e suddito – di ottenere la cittadinanza del genitore italiano. Fondamentale nella visione razzista che definisce la superiorità della razza italiana e ne difende la purezza è il problema del concubinato. “L’Azione Coloniale”, rivista dell’Istituto coloniale fascista, si fece portavoce in quegli anni della campagna contro il meticciato, definito come “un prodotto sociale anormale e tra i più gravi della colonizzazione”, in quanto “inquina la razza bianca […] e favorisce la procreazione di una terza classe anormale all’interno della società umana”.  Con il RDL del 19 aprile 1937, Sanzioni per i rapporti d’indole coniugale tra cittadini e sudditi, si stabilì la reclusione da uno a cinque anni per chi avesse contravvenuto a tale disposizione.

In generale per tutto il 1937 vengono emanati decreti razzisti e di apartheid nei confronti degli indigeni che vivono in tutti i territori africani occupati dall’Italia. Sono il primo passo verso il disegno di legge del 15 marzo 1939, diventato RDL del 29 giugno 1939, che introduce il concetto di “difesa della razza”  e le conseguenti sanzioni penali per i reati compiuti contro di essa. Con i decreti relativi ai meticci del 13 maggio 1940 si completa la legislazione fascista coloniale: il meticcio venne equiparato per status al genitore nativo e dunque considerato nativo a tutti gli effetti e per questo espulso dalla vita della comunità italiana.

Non va dimenticato che tale legislazione va contro quel naturale intreccio che la propaganda chiama “meticciato”, ma che l’occupazione aveva reso naturale. Il sistema fascista della colonizzazione prevedeva infatti uno spostamento massiccio di lavoratori dall’Italia alle colonie. Già negli ultimi mesi del 1935 ne erano stati registrati 39.422 che diventeranno 155.423 nel 1936, per decrescere poi senza mai scendere al di sotto dei 100.000 negli anni successivi. 

I corsi preparatori a Bergamo. “Giornale murale della Federazione dei Fasci di combattimento”, maggio 1940
I corsi preparatori a Bergamo. “Giornale murale della Federazione dei Fasci di combattimento”, maggio 1940
“La domenica del Corriere”, 5 luglio 1936
“La domenica del Corriere”, 5 luglio 1936
Fotografie dall’album di un militare bergamasco
Fotografie dall’album di un militare bergamasco
“La difesa della razza”, 20 marzo 1939
“La difesa della razza”, 20 marzo 1939