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Stranieri

"La difesa della razza”, 5 settembre 1938

L’ideologia della purezza, alla base di ogni politica razzista, colpisce innanzitutto gli stranieri considerati “diversi” per antonomasia.

Così è stato anche per la legislazione razzista del 1938: dopo la scuola è la politica di apertura delle frontiere propria dell’Italia ad essere messa in discussione e la comunità degli ebrei stranieri presenti in Italia è colpita immediatamente dai provvedimenti.

Scorrendo il censimento dell’agosto 1938 ritroviamo storie che raccontano di un paese che aveva saputo accogliere e integrare uomini e donne in fuga.

Così era stato per Jacob Schwarz nato a Leopoli nel 1902: dopo lo sfacelo dell’Impero austroungarico, il ricostituirsi della Polonia è segnato da episodi di violenza contro le comunità ebraiche ed è proprio dopo il pogrom di Leopoli da parte delle truppe del generale Haller che la famiglia di Jacob lo convince ad emigrare in Palestina. 

Nel 1924 tornato in Europa, a Vienna, città cosmopolita e ricca di opportunità anche per un giovane ebreo con pochi soldi in tasca, Jacob aveva tentato la sua fortuna. L’incontro con un dentista viennese di chiara fama lo spinge all’odontoiatria. Jacob non conosce il tedesco e solo la tenacia di spirito lo sorregge negli anni di apprendistato; frequenta lo studio di Josef Vachuda e nel 1927 ottiene il diploma dell’Istituto di perfezionamento professionale. 

Dal 1931 assistente del professor Tischler, ha modo di incontrare molti dentisti che a Vienna si recavano per approfondire lo studio della loro materia. Tra gli altri il dott. Negrisoli, giovane medico con cui stringe un rapporto di amicizia. Proprio a casa di Negrisoli, nell’estate 1933, Jacob passa le vacanze a Bergamo.

Quando anche nella cosmopolita Vienna comincia a farsi strada un atteggiamento antisemita, Jacob accetta l’offerta di collaborazione di Negrisoli e dal 1935 si trasferisce in Italia: si butta nello studio della lingua italiana e nel lavoro. Nello studio di Negrisoli incontra la mamma di Antonio Locatelli diventandone amico.

“I primi tre anni del mio soggiorno bergamasco – scriverà Jacob – e precisamente  fino all’apparizione delle leggi razziali, appartengono senz’altro ai periodi relativamente tranquilli e piacevoli della mia vita. In quest’epoca ero socio ordinario del CIub Alpino Italiano e socio attivo dell’Associazione fotografica italiana ”.

La posizione di Jacob si fa sempre più difficile: diventato apolide, inviso al federale e schedato dal censimento Jacob lascia la città. Si trasferisce a Roma ed inizia a lavorare con il prof. Arrigo Piperno, dentista stimato della capitale. 

Dopo lo scoppio della guerra, viene internato nel campo di Ferramonti dove continua a ricevere le attenzioni della mamma di Locatelli.

Alla fine del conflitto avvierà la pratica per ottenere la cittadinanza italiana, presentando una dettagliata memoria scritta sulla sua vita da cui abbiamo tratto le notizie qui riportate.

"La difesa della razza”, 5 settembre 1938
"La difesa della razza”, 5 settembre 1938
Pagina della rubrica presente nell’archivio della Camera di Commercio, per gentile concessione dell’Archivio di Stato di Bergamo
Pagina della rubrica presente nell’archivio della Camera di Commercio, per gentile concessione dell’Archivio di Stato di Bergamo