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Tra Oltre il colle e Zambla

Veduta dell Colle di Zambla in una cartolina postale

La Resistenza non è una guerra tradizionale, si tratta innanzitutto di inventarsi un esercito e un modo di combattere. Uno dei primi sforzi è quello organizzativo: trovare i luoghi sicuri per gli uomini, armarli, vestirli, nutrirli, tessere il legame con le popolazioni dei territori che si vanno occupando. In Lombardia Poldo Gasparotto è uno degli uomini di Giustizia e Libertà che da Milano si impegna con onestà e passione in questa sfida e il roccolo della sua famiglia a Zambla diventa una delle basi dei partigiani.

A Oltre il Colle, possiede una casa di montagna la moglie di Franco Maj, che su sollecitazione di Gasparotto sta cercando di tessere le prime reti e che invia a ispezionare l’alta val Brembana Natale Mazzolà, il quale prende contatti a Zambla con gli uomini raccolti intorno a Cesare Bonetti.

A Oltre il Colle, nella villa Licini è sfollata da Bergamo Lia Battaggion, moglie di Cesare Bonino che giunge a Zambla Alta incaricato da Gasparotto di prendere il comando degli uomini che si erano raccolti al roccolo. Il gruppo viene visitato da Antonio Manzi, a sua volta incaricato da parte del Primo Comitato di ispezionare la valle per creare i collegamenti tra bande.

Lia è sorella di Aldo Battaggion che insieme a Pasqualino Carrara e Vanni Quilici sono tra quegli uomini che, con una buona dose di spericolatezza e ironia, rischiano se stessi per dare il via alla Resistenza. Nelle loro azioni usano spesso un autocarro Fiat 1100, color verdone, che avevano battezzato “Genoveffa” in onore di Genoveffa Paganoni, proprietaria della locanda il Drago Basso di Oltre il Colle.

Il roccolo di Gasparotto
Il roccolo di Gasparotto