Nel 1882 l’Italia acquista sul mar Rosso la baia di Assab in Eritrea, che già da tempo era una base di rifornimento per le navi della compagnia Rubattino. All’indomani dell’occupazione francese della Tunisia, il governo Depretis decise di ampliare il punto d’appoggio di Assab con l’occupazione di Massaua (1885) il più importante porto della regione eritrea. Non riesce tuttavia agli Italiani il tentativo di avanzare in Etiopia nella regione del Tigré, perchè a Dogali (1887) una colonna italiana di 500 uomini viene travolta dalle forze abissine. Nel 1889 Crispi riprende la politica di espansione verso l’Etiopia e attraverso il trattato di Uccialli con il negus Menelik cerca di ottenerne il controllo attraverso una forma di protettorato, ponendo così l’ipoteca coloniale sull’Etiopia. Ma la resistenza di Menelik al controllo italiano spingono Crispi a cercare di imporre il protettorato con le armi ma il risultato è disastroso: le truppe italiane furono sconfitte nel 1985 ad Amba Alagi e nel 1896 definitivamente fermate ad Adua, situata nella regione del Tigrè. Crispi fu costretto alle dimissioni e la politica di espansione coloniale dell’Italia si bloccò fino alla conquista della Libia in epoca giolittiana. Quando Mussolini nel 1935, per affermare la propria posizione e il proprio prestigio sul piano internazionale, riprende l’espansione coloniale uno degli argomenti usati dalla propaganda per giustificare l’attacco all’Etiopia – che provocò le sanzioni internazionali al regime – è proprio vendicare i morti di Dogali, Amba Alagi e Adua. Così l’attacco sferrato dal generale De Bono dall’Eritrea che portò nella prima fase delle guerra – tra l’ottobre e il novembre del 1935 – alla penetrazione in territorio etiope e alla conquista di Adigrat e Adua con la linea del fronte assestata a Macallè, assunse il significato simbolico di un atto di di riparazione per i morti del 1896. Nella seconda fase della guerra – dopo aver resistito all’offensiva etiope – Badoglio subentrato a De Bono riprende dal febbraio 1936 l’offensiva e si apre la strada per Addis Abeba mentre da sud le truppe di Graziani penetrano profondamente nel territorio etiope. L’ingresso di Badoglio ad Addis Abeba il 5 maggio 1936 sancisce la nascita dell’Impero. E’ accertato l’uso dei gas da parte dell’esercito fascista durante la guerra nonostante l’Italia avesse firmato il Protocollo di Ginevra che ne vietava l’impiego. Anche a Bergamo, come in molte altre città d’Italia, per celebrare “per sempre” l’apogeo del regime diventato Impero il podestà indica nel luglio del 1936 cambi di intitolazione e nuove intitolazioni di vie tra cui Largo Adua che va a sostituire via Garibaldi nella parte bassa mentre il resto viene intitolato ad Antonio Locatelli.