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Piazza del Littorio

L’integrazione del Fascio littorio nel simbolo del Partito nazionale fascista indica immediatamente la continuità tra il movimento dei Fasci di combattimento e il Partito fascista.

Piazza del Littorio, ex piazza Baroni e oggi piazza della Libertà, era la piazza prospiciente Casa littoria. Sul luogo dove era ubicato il vecchio ospedale San Marco, tra il 1937 al 1940 su progetto di Alziro Bergonzo viene edificata la sede bergamasca del Partito nazionale fascista, intitolata ad Antonio Locatelli

Si ricordi che l’uso dell’aggettivo “littorio” deriva dal fascio littorio, nucleo portante della strategia simbolica del fascismo.  Il termine “fascio”, arma usata nella Roma antica, è reintrodotto per la prima volta nella simbologia politica occidentale durante la Rivoluzione Francese; ripreso dalla sinistra post-risorgimentale per indicare un raggruppamento spontaneo unito da comuni ideali, è utilizzato da Mussolini fin dal 1915 per designare il suo raggruppamento interventista (Fasci di azione rivoluzionaria). L’aggettivo “littorio” letteralmente significa ciò che aveva a che fare con i littori e deriva da fasces lictorii, armi romane che consistevano in un fascio di bastoni di legno legati con strisce di cuoio, normalmente intorno a una scure, portate dai littori, coloro che proteggevano nell’antica Roma, fin dall’epoca repubblicana, le più alte cariche dello stato (magistrati, consoli, vestali e il pontefice massimo).

Prima di diventare simbolo ufficiale del Partito nazionale fascista il fascio littorio è già diffuso nell’iconografia fascista e dopo la sua ascesa al potere, nel gennaio del 1923 è riportato sul retro delle monete da 1 e 2 lire e nel dicembre del 1926 è dichiarato emblema di stato.