Antonio Locatelli nasce nel 1895 a Bergamo. Aviatore durante la prima guerra mondiale, viene promosso caporale; partecipa al volo di Vienna insieme a D’Annunzio, e, abbattuto sopra Fiume e fatto prigioniero in Austria, evade per raggiungere le avanguardie italiane. Al termine della guerra riceve la sua prima medaglia al valore militare. Presto su posizioni vicine al fascismo che va organizzandosi ne è in bergamasca uno dei promotori. Eletto in parlamento nelle elezioni del 1924, si scontra con Italo Balbo circa l’organizzazione dell’aeronautica, che Locatelli sull’esempio della milizia vorrebbe direttamente agli ordini del partito. Non viene rieletto e diventa podestà di Bergamo, carica che decide di lasciare a seguito della legge che impediva ai celibi di ricoprire cariche pubbliche, e a vari contrasti con il federale Valli.
Il 7 gennaio 1936 si imbarca volontario a Napoli per prendere servizio nell’aviazione della Somalia, dopo che, il 3 ottobre 1935, Mussolini dichiara guerra all’Etiopia. Locatelli vola su Giggiga, Harrar, Dire Daua, Sassabanek, sottoponendo queste città a devastanti bombardamenti, e si guadagna una seconda medaglia d’oro al valore militare, ricoprendo un ruolo importante nell’avanzata di Graziani in territorio etiope da sud mentre Badoglio si apriva la strada verso Addis Abeba conquistata il 5 maggio 1936. Sono i suoi “meriti” militari a portare il vicerè Graziani a impiegare Locatelli in una missione per sottomettere i territori in rivolta alla periferia etiope, vicino alla cittadina Lekemti. Nella notte tra il 26 e il 27 giugno la missione guidata dal generale Magliocco si accampa a Bonaya, dove viene assalita da un gruppo di ribelli: assalto nel quale Antonio Locatelli viene ucciso.
È con la morte a Lekemti che ha inizio il culto di Antonio Locatelli “eroe”: il 17 luglio si riunisce la commissione per la Toponomastica Comunale individuando nell’allora Via Garibaldi, che aveva inizio di fronte alla Chiesa di S. Bartolomeo, una via adatta per essere divisa in due e rinominata Largo Adua nel primo tratto, e M.O. Antonio Locatelli Eroe della patria, nel secondo.
Mentre Largo Adua ha lasciato il posto all’odierna titolazione Largo Bortolo Belotti, via Antonio Locatelli è rimasta intoccata dal processo di cancellazione dei simboli del regime fascista.