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Corpi da trasferire nelle carceri del Reich

Teresa Savio

Teresa Savio era nata a Valtesse il 16 marzo 1919: è la figlia più grande di Antonio e Maria Scarpellini e Antonio e ha due fratelli gemelli. Teresa non è molto portata per gli studi, o forse non ha molto tempo per dedicarvisi, e deve ripetere due volte la seconda e la terza classe delle elementari, di cui però prenderà il diploma a 11 anni.

Dopo un periodo di lavoro al calzificio di Valtesse, nel 1932 è assunta come domestica nella casa di Cesare Curti, padre di Lydia. I suoi due fratelli sono mobilitati per la guerra e il suo tempo è diviso tra lavoro e casa dove, dopo la morte del padre, deve assistere la madre.

Non abbiamo notizie circa le opinioni di Teresa sulla guerra nazifascista, ma sappiamo che Lydia, farmacista all’ospedale di Bergamo, non esita a confidare a lei il suo impegno per il soccorso ai prigionieri dell’ex campo della Grumellina e a chiedere il suo aiuto: mai Teresa glielo avrebbe rifiutato.

La spia Clelia Bossi mette l’autorità sulle tracce delle due donne e il 2 dicembre Teresa è arrestata insieme a Lydia, insieme a lei portata al Baroni e poi a Sant’Agata: è probabile che qui condividano la stessa cella con altre detenute, è certo che entrambe sono processate dal Tribunale militare germanico, in città alta (via Tre armi) il 29 dicembre 1943. La sentenza del processo contro di loro n. 80/81 è depositata il 3 gennaio 1944: a Lydia sono inflitti tre anni di detenzione da scontare nelle prigioni del Reich, a Teresa due. Le attenuanti della sentenza fanno pensare che Lydia e Teresa abbiano concordato non solo le loro risposte, ma anche la decisione di far ricadere su Lydia la responsabilità dell’azione che Teresa avrebbe eseguito solo per obbedire alla figlia del suo datore di lavoro.

La sentenza è resa esecutiva il 10 gennaio e le due donne il 14 febbraio arrivano, alle 18,30 circa, a München Stadelheim, da cui transitano condannati e condannate dal Tribunale Militare Germanico prima di essere smistati nei diversi carceri.  Da Monaco Lydia e Teresa sono poi trasferite a Haguenau e da qui all’inizio di marzo 1945 a  Ebersbach.

Il fratello di Teresa e la sorella di Lydia chiedono la grazia che viene respinta. Anche dal carcere tedesco, Teresa torna a domandare la grazia, che è ancora respinta.

Teresa e Lydia diventano schiave del Reich, fatte lavorare in una fabbrica impegnata nello sforzo bellico. Proprio il loro impiego come operaie determina lo spostamento da Hagenau a Ebersbach: qui era stata infatti trasferita la fabbrica per cui lavoravano le donne del carcere di Hagenau, poiché la cittadina sembrava in territorio più sicuro. é allora che tre italiane, Lydia, Teresa e Rosa De Santis sono spostate e entrano a lavorare nello stabilimento di Ebersbach.

Il 22 aprile a tutte e tre è rilasciato un buono d’uscita; la guerra sembra finita e Teresa, Lydia e Rosa attendono impazienti il ritorno a casa.

Il prof. Fritz Alexander Kauffmann, cittadino di Ebersbach, intende aiutarle e si rende disponibile per accompagnarle a Göppingen dove possono prendere un treno per l’Italia.

Sulla strada hanno un bruttissimo incidente: muore sul colpo Kauffmann, le ferite riportate alla testa da Teresa sono molto gravi,  Lydia si spacca completamente la mandibola. Teresa non sopravvive, muore all’ospedale di  Göppingen il 25 maggio 1945 e viene sepolta nel cimitero il 2 giugno.

Il 9 agosto rientra in Italia Lydia, testimone della morte di Teresa e della sua esperienza nel Reich.

 

Teresa Savio
Stato di famiglia di Teresa Savio
Certificato di detenzione di Teresa Savio
Testimonianza di Lydia Curti