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Luigi Barcella

Luigi Barcella nasce il 10.1.1925 a Trescore, primo dei sei figli di Giacomo e Ines Cortinovis. La famiglia si trasferisce a Ranica dove Luigi cresce: viso aperto, capelli biondi ricciuti e una spiccata vivacità culturale, è un ragazzo curioso del suo tempo e insofferente alla dittatura si ritrovava a crescere. Dopo le scuole di Avviamento, Luigi inizia a lavorare, ma non perde la voglia di imparare e l’amore per i libri. Alla Dalmine si avvicina al Partito comunista italiano ed è plausibile che uno dei suoi maestri sia stato Guido Galimberti. Dopo il marzo 1943 è assunto alla Rumi ed è certo che attraverso il compaesano Mazzocchi riceve i pacchi di copie de “l’Unità” clandestina e di materiale di propaganda da portare a Brescia. Senza mai avere conosciuto l’Italia libera dal fascismo, Luigi rischia se stesso spinto da un desiderio di futuro che condivide con la fidanzata Gianna con cui sogna di emigrare in Argentina. La sera del 9.11.1943, verso le ore 19, ritira da casa Mazzocchi i pacchi. Passa dal cugino Emilio Sonzogni, fruttivendolo in via Roma, e i due si avviano verso casa: una pattuglia tedesca li ferma durante il coprifuoco. Il giorno dopo entrano nel carcere di Sant’Agata e da qui vengono trasferiti a San Vittore a Milano. Vani sono i tentativi della famiglia per aiutare i due giovani. Luigi, dichiaratosi comunista, si assume tutta la responsabilità del materiale sequestrato: scagiona il cugino, ma non fa il nome né di Mazzocchi né di nessun altro compagno. Il 4.03.1944, cento detenuti tra cui Luigi sono prelevati da San Vittore e portati al binario 21 della stazione Centrale: prima tappa è il campo di Innsbruck-Reichenau, poi Mauthausen. Immatricolato il 13 marzo come politico in custodia preventiva con il numero 57546, Luigi è registrato come studente ginnasiale e senza nemmeno il riparo di una qualifica professionale entra nel ritmo del lavoro che uccide proprio del sistema concentrazionario. Dopo la quarantena, il 9.04.1944, insieme a quaranta dei suoi compagni di viaggio è trasferito a Ebensee all’interno dell’operazione “Zement” (Cemento), nome in codice per indicare il progetto di scavo della galleria dove avrebbe dovuto trovare riparo la produzione dei missili V2. Secondo quanto riferito da un compagno alla famiglia, Luigi muore il 15.04.1945: distrutto nel fisico, entra in agonia e l’agonia è piena del ricordo di una casa e di terre lontane, di una madre e di una ragazza amata. I registri del campo fissano la data della morte al 22.04.1945.