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Rachele Lea Stern Mänas

Rachele Lea Stern nasce a Tarnopol, in Polonia, l’11.09.1889. Vienna è la sua città d’adozione, dove si sposa con Simon Mänas, originario di Galtz (Romania). Se non sappiamo quasi nulla della loro vita in questa città cosmopolita, in cui dal 1867 la Costituzione garantisce alla comunità ebraica pieni diritti di cittadinanza, forse valgono anche per loro le parole di Stefan Zweig: “è la loro nostalgia di patria, di pace, di riposo, di sicurezza che li spinge ad unirsi con passione alla civiltà da cui sono circondati. In nessun luogo forse […] tale alleanza fu così felice e feconda come in Austria”. Qui Rachele diventa mamma di cinque figlie: Charlotte, Stella, Karoline, Blanka e Cecilia. In una Vienna stremata dalla Prima guerra il razzismo però si riaccende e l’antisemitismo inquina il discorso politico. Nel 1938 l’occupazione nazista dell’Austria rende i Mänas cittadini tedeschi e quindi perseguitati sulla base delle leggi razziste vigenti nel Reich. Rachele diventa nonna di Nenry, figlio di Blanka, nato il 15 maggio. La famiglia decide di espatriare: Stella e il marito fuggono in Uruguay, Rachele insieme al marito, alla figlia Cecilia e alla famiglia di Blanka raggiungono Milano. Qui vive la figlia Charlotte che in Italia già dagli anni Trenta è un’artista di varietà affermata. È l’ottobre 1938 e le Leggi per la difesa della razza stanno entrando in vigore: gli ebrei stranieri sono le prime vittime. Con l’entrata in guerra dell’Italia, il marito e il genero di Rachele sono internati a Civitella della Chiana, mentre le donne restano a Milano. Nel dicembre 1941 la famiglia di Blanka ottiene un visto per gli USA. Rachele chiede di raggiungere il marito che soffre di cuore: insieme a Cecilia sono a Agropoli e poi a Polla (Sa), dove li raggiunge anche Charlotte. Nel febbraio 1942 ottengono un trasferimento a Treviglio e la loro prima residenza è in piazza Manara. Non conosciamo i rapporti di Rachele con i trevigliesi, né i suoi pensieri sul suo futuro. Sappiamo però che dopo l’ordinanza del Ministero dell’Interno della Rsi del 30.11.1943 scatta la caccia agli ebrei: Rachele e il marito sono arrestati a dicembre e portati nel carcere di piazza Setti, dove il 30.01.1944 Simon muore per emorragia cerebrale. Non c’è data precisa per l’invio di Rachele a Fossoli e per la sua partenza e immatricolazione a Auschwitz-Birkenau. È certo che quando, il 16.05.1944, nella sua casa di via Calvenzano a Treviglio si procede all’inventario per la confisca dei suoi beni, Rachele è già lontano e quell’elenco resta oggi l’unica traccia che conserviamo di lei.