scheda completa

Levi Salvatore

La famiglia di Salvatore Levi


Nembro


Scheda di famiglia


Salvatore Levi, nato a Dronero (CN) il 16 marzo 1883, la moglie Margherita Viterbo, nata a Torino il 9 giugno 1892 e la figlia Donatella, nata a Genova il 1 giugno 1927.

(Capitoli di riferimento: Gli sfollati: nuove presenze ebree italiane nella provincia / Arrestati e deportati dal carcere di Bergamo)


Salvatore[1] era laureato in ingegneria ed aveva fatto carriera nella pubblica amministrazione: era diventato ingegnere capo del Genio Civile di Milano del Ministero dei Lavori Pubblici[2], un incarico importante che richiedeva, oltre alla competenza professionale, affidabilità amministrativa; la sua carriera nella pubblica amministrazione fino al vertice si svolse per gran parte nel ventennio fascista; anche se non abbiamo elementi per confermarlo, la sua adesione al regime doveva essere perlomeno formale. 


La competenza non bastò a salvarlo dalle leggi antiebraiche del 1938: i dipendenti appartenenti alla razza ebraica furono allontanati dalla pubblica amministrazione e, se ne avevano diritto, come Salvatore, collocati in pensione. È proprio questa pensione che ci ha fornito informazioni sulla sua attività lavorativa[3].


Salvatore e Margherita erano sfollati a Nembro da Milano il 2 febbraio 1943, probabilmente in cerca di un luogo più sicuro dopo i bombardamenti, e avevano affittato dal signor Emilio Poloni un piccolo appartamento di due stanze in via T. Tasso 13[4]. La figlia Donatella doveva averli raggiunti successivamente e, contrariamente ai genitori, non figura nel registro degli sfollati del comune. 


Scheda di deportazione


Salvatore Levi, nato a Dronero (CN) il 16 marzo 1883. Ucciso all’arrivo a Auschwitz il 10 aprile 1944.


Margherita Viterbo, nata a Torino il 9 giugno 1892. Uccisa all’arrivo ad Auschwitz il 10 aprile 1944.


Donatella Levi, nata a Genova il 1 giugno 1927. Deceduta a Auschwitz nel 1944. 

Arrestati a Nembro da italiani il 23 febbraio 1944.


I tre arrestati dopo essere stati detenuti nel carcere di Bergamo sono inviati al campo di Fossoli e da lì il 5 aprile 1944 sono deportati con altri 935 ebrei con il convoglio 09 che giunge ad Auschwitz il 10 aprile 1944.


Deportati identificati 609, di cui reduci 50, deceduti 559.


La vita nel piccolo paese di provincia era trascorsa tranquilla per l’ex ingegnere capo e la sua famiglia, lontano dai bombardamenti a cui era soggetta Milano, ma la loro presenza a Nembro era nota e a seguito dell’ordinanza del ministro dell’Interno Buffarini Guidi, Salvatore, la moglie Margherita e la figlia Donatella furono arrestati e i loro beni sequestrati.


L’inventario e verbale di sequestro dei beni, redatto a Nembro il 14 gennaio 1944, ci fornisce qualche notizia in più almeno su di lui: Salvatore doveva essere appassionato di fotografia, l’inventario annota “n° 5 cassettine in legno e scatole cartone contenenti negative e positive di fotografie di ricordi famiglia – con 2 album da fotografie personali e ricordi” e “nella scrivania libri di tecnica-ingegneria, disegni tecnici riviste e ricordi fotografici.” L’ingegnere doveva essere altresì un amante degli sport invernali dato che tra il materiale sequestrato figurava un paio di “schi”, lo sci non era allora uno sport di massa per cui la loro presenza non era certo casuale[5]. Il piccolo appartamento risultava dignitosamente arredato, e una vita dignitosa era garantita dalle 967 lire mensili della pensione.[6]


Il 28 maggio 1945, dopo la liberazione, il sindaco di Nembro comunicò alla Prefettura, che gli aveva inviato il decreto di revoca della confisca della pensione di Salvatore Levi[7]


Si rende allegato il decreto prefettizio n. 6901-Div. I° in data 3 corr. mese, relativo alla revoca del decreto di confisca della pensione ai danni del cittadino segnato in oggetto, significando che non è possibile la notifica all’interessato perché risulta che il Levi e la famiglia sono stati allontanati da Nembro, ove risiedevano temporaneamente in seguito a sfollamento da Milano, e non si conosce l’attuale loro destinazione.


Pare che la famiglia Levi sia stata inviata in campo di concentramento, dopo l’allontanamento da questo Comune, né in seguito si è potuto conoscere la loro sorte.


Non conosciamo la data esatta dell’arresto; Il Libro della memoria la colloca al 23 febbraio 1944, data che probabilmente è invece da riferirsi al trasferimento a Fossoli, in quanto il verbale di inventario e sequestro dei beni è redatto il 14 gennaio 1944. L’arresto è stato effettuato quindi in data anteriore, probabilmente, come nel caso della famiglia Levi di Ambivere o dei coniugi Krys, dagli stessi carabinieri del luogo. Salvatore e la moglie sono uccisi all’arrivo ad Auschwitz il 10 aprile 1944, Donatella, internata nel campo, muore nello stesso anno.


Morti, ma non per la burocrazia della RSI: il 20 maggio 1944 il Capo della provincia con decreto n. 5537 effettuò la confisca dei beni inventariati a Nembro[8]. Il 26 giugno 1944 l’Intendenza di finanza, Ufficio provinciale del Tesoro di Bergamo, segnalò alla Prefettura che Salvatore Levi era titolare della pensione n. 3600847 gravante sul Ministero dei lavori pubblici[9]; il 22 settembre 1944 con decreto n. 16892 il Capo provincia Rodolfo Vecchini dispose la confisca della pensione[10].


Il 20 aprile 1945, per feroce burocratica ironia, in base alla circolare ministeriale datata 16 marzo 1945, che prescriveva “che non siano sottoposte a confisca le pensioni dovute a persone di razza ebraica dallo Stato, dalle Provincie, dai Comuni e da altri Enti, atteso il loro carattere essenzialmente alimentare”, il Capo della provincia Rodolfo Vecchini con decreto n. 6901 revocò la confisca della pensione di “Levi Salvatore fu Daniele[11].






[1] Le informazioni su Salvatore Levi e la sua famiglia ci derivano dal fascicolo ASBg, Gab. Pref. b.e.1, fasc. 33, dal registro degli sfollati dell’AC di Nembro e da Liliana Picciotto, Il libro della Memoria, Gli ebrei deportati dall’Italia (1943-1945), Milano, Mursia, 2° edizione 2002.


[2] ASBg, Gab. Pref. b.e.1, fasc. 33, Intendenza di Finanza, prot. 2344 del 26 giugno 1944.


[3] ASBg, Gab. Pref. b.e.1, fasc. 33, Intendenza di Finanza, prot. 2344 del 26 giugno 1944.


[4] ASBg, Gab. Pref. b.e.1, fasc. 33, Comune di Nembro, prot. 1840 del 28 maggio 1945.


[5] ASBg, Gab. Pref. b.e.1, fasc. 33, Inventario e verbale di sequestro conservativo di mobili ed effetti personali di proprietà dell’ebreo Levi Salvatore, Comune di Nembro, 14 gennaio 1944.


[6] ASBg, Gab. Pref. b.e.1, fasc. 33, Intendenza di Finanza, prot. 2344 del 26 giugno 1944.


[7] ASBg, Gab. Pref. b.e.1, fasc. 33, Comune di Nembro, prot. 1840 del 28 maggio 1945.


[8] ASBg, Gab. Pref. b.e.1, fasc. 33.


[9] ASBg, Gab. Pref. b.e.1, fasc. 33.


[10] ASBg, Gab. Pref. b.e.1, fasc. 33.


[11] ASBg, Gab. Pref. b.e.1, fasc. 33.